CORSO DI FUMETTO DEL CASTELLO

CORSO DI FUMETTO DEL CASTELLO

giovedì 8 settembre 2016

LA COMPOSIZIONE VISIVA NEL FUMETTO

 Giorgio Bozzi

La composizione visiva è l'arte di disporre in equilibrio i pieni e i vuoti di un'immagine, i suoi pesi e colori, all'interno di un formato, ossia dentro uno spazio delimitato.

Comporre armoniosamente gli elementi di un'immagine è uno dei campi più sfuggenti e al tempo stesso affascinanti del disegno. La percezione visiva (ossia la lettura visiva di un'immagine) è una disciplina rigorosissima, eppure comporre un'immagine coinvolge le parti più illogiche e inafferrabili della mente, l'emisfero destro del cervello, quello che osserva le cose e non dà nomi, quello che contempla e non sa contare, quello che arriva alla soluzione giocando.

fumetto - composizione visiva

Imparare a comporre si fa imparando a guardare veramente, acutamente, con profondità penetrante le immagini, quelle altrui e le nostre. Al contempo, quasi senza intenzione, lasciandoci investire dalle immagini stesse, esponendo noi stessi alla forza delle immagini. E osservando come le immagini hanno al loro interno energie misteriose che guidano il nostro sguardo da un punto a un altro, dandoci l'illusione di velocità, di pesantezza, di danza eccetera. Bisogna reimparare a guardare le immagini (ogni immagine… il mondo insomma) come se vedessimo per la prima volta. Rientrare in contatto con lo stupore della forza pura dei segni tracciati su una superficie. Percepire le più piccole sfumature, i più minuscoli movimenti, così che diventare padroni di quell'immagine equivalga a diventare padroni della nostra abilità di vedere… e quindi di disegnare.

fumetto - composizione visiva

Nel fumetto la composizione si arricchisce di interessantissime complicazioni: intanto abbiamo "formati multipli": le singole vignette, la pagina intera e la doppia pagina, che l'occhio percepisce globalmente, prima di dedicarsi all'osservazione dei singoli elementi e della narrazione. E poi, all'interno di ogni singola immagine, di ogni vignetta, possono esserci i testi nelle nuvolette (che hanno un peso grafico al pari di qualunque altro segno), gli effetti sonori (che hanno peso e movimento spesso considerevoli), le linee cinetiche (con la loro esplicita funzione di suggerire il movimento guidando di prepotenza lo sguardo del lettore).
D'altra parte nel fumetto la composizione spesso si riduce all'essenziale del bianco e nero, e infatti a lezione mi pare di farmi comprendere meglio, dagli allievi ignari, chiamandola una musica di bianchi e di neri. Più che dire "osserva bene il tuo disegno e verifica se hai messo i pieni e i vuoti in un equilibrio soddisfacente, con una soluzione non banale", mi pare molto più intuitivo chiedere: "i tuoi bianchi e neri fanno una bella musica?"

fumetto - composizione visiva

L'esercizio della tavola a strappo, che nel corso di fumetto arriva verso la fine del primo anno, si fa senza matita, senza progettazione preliminare… lasciandosi portare dall'accostamento di pieni e vuoti. Riduce il vocabolario all'essenziale e costringe gli allievi, anche i più secchioni, a comporre giocosamente bellissime musiche di bianchi e di neri!

L'appuntamento per provare gratuitamente questo esercizio è a scuola (via Giusti 42 Milano) sabato 10 settembre a partire dalle ore 15, come una delle iniziative che la Scuola d'Arte del Castello propone nell'ambito del Big Draw.

Illustrano questo post alcune tavole di sommi "compositori" della storia del fumetto (Dino Battaglia, Lyonel Feiniger, Mike Mignola), ed esempi tavole a strappo realizzate dagli allievi negli anni scorsi.
fumetto a strappo - Scuola d'Arte Castello Sforzescofumetto a strappo - Scuola d'Arte Castello Sforzescofumetto a strappo - Scuola d'Arte Castello Sforzescofumetto a strappo - Scuola d'Arte Castello Sforzescofumetto a strappo - Scuola d'Arte Castello Sforzescofumetto a strappo - Scuola d'Arte Castello Sforzesco


2 commenti:

  1. La ho pescata —contento—sul tamburo; e curioso domando se lei conosca il bravo José Muñoz

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  2. Muñoz è il più grande fumettista vivente. Mi onoro di considerarlo uno dei miei genitori artistici. Non so se lui ne sia contento, ma è così.

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